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CONTROVERSIE BANCARIE E FINANZIARIE

Nel caso in cui ci si trovi a dover affrontare una controversia in materia bancaria o finanziaria, oltre ai tradizionali rimedi giudiziali e stragiudiziali, dal 2009 è possibile rivolgersi dell’Arbitro Bancario e Finanziario, istituito dalla Banca d’Italia.

L’ente si occupa di controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari, nonché di servizi di pagamento, ad eccezione di quelle relative a operazioni o comportamenti anteriori al 1° gennaio 2009.
L’Arbitro Bancario e Finanziario (ABF) non può, tuttavia, decidere su questioni attinenti a prodotti, servizi e attività con finalità d’investimento per le quali, dal 1° gennaio 2017, è competente l’Arbitro per le controversie finanziarie (ACF).

Sono obbligati ad adire l’ABF gli intermediari finanziari iscritti nelle liste tenute da Banca d’Italia, mentre per gli altri soggetti rimane una possibilità alternativa alla giustizia ordinaria. Anche per questi ultimi, tuttavia, i vantaggi di una scelta in tal senso sono molteplici: oltre alla celerità della procedura rispetto a quella ordinaria, le pronunce dell’ABF hanno carattere decisorio; tale ultima caratteristica distingue l’ Arbitro Bancario e Finanziario dagli altri sistemi di tipo consensuale – privatistico, quali la transazione, che lasciano parzialmente insoddisfatte entrambe le parti, essendo tale nuova procedura fondata invece su un modello di stampo giudiziale, volto a stabilire quale sia la parte vittoriosa e quale quella soccombente.

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Tuttavia, le pronunce dell’Arbitro Bancario e Finanziario non hanno il carattere e l’efficacia delle sentenze, e non vincolano giuridicamente le parti che restano, in ogni caso, libere di adire il giudice ordinario laddove insoddisfatte dell’esito della procedura; non si tratta di un’impugnazione, dal momento che non è previsto un secondo grado di giudizio per l’ABF, bensì di una diversa e nuova tipologia di risoluzione della controversia.

Principi cardine della procedura dinnanzi all’Arbitro Bancario e Finanziario sono il principio di economicità e di celerità. Il primo trova espressione nella non necessità della difesa tecnica e nell’esiguità del contributo unificato (20 Euro) da versare. Il secondo nella semplicità del procedimento, che può essere riassunto come segue.

Per prima cosa, il ricorrente deve aver inoltrato un reclamo scritto all’intermediario iscritto negli albi e negli elenchi tenuti dalla Banca d’Italia, il quale sarà tenuto a rispondere di regola entro 60 giorni, nel quale siano indicati i termini della questione, la propria richiesta e i documenti necessari alla decisione. Ricevuta la risposta dell’intermediario o, in ogni caso, trascorsi dodici mesi dall’invio del reclamo, potrà essere presentato il ricorso all’ Arbitro Bancario e Finanziario che, a pena di inammissibilità, dovrà presentare lo stesso oggetto del reclamo in termini di fatto e di diritto.

L’intermediario ha poi 45 giorni per presentare le proprie controdeduzioni. L’ABF, ricevuta la documentazione ed il ricorso, si pronuncia sulla base delle leggi, dei regolamenti e, se rilevanti, dei codici di condotta cui l’intermediario interpellato aderisce, nel termine di 90 giorni dalla ricezione del ricorso. La decisione è presa a maggioranza del Collegio dell’Arbitro ed è motivata.

La complessità della materia bancaria e finanziaria, nonché la qualifica delle controparti, rende spesso consigliabile l’ausilio di un professionista della materia, per garantire al consumatore la miglior assistenza e tutela possibile.

Lo Studio Legale Menchini e Associati, EmmeA, vanta un’esperienza trentennale nel campo bancario e finanziario, adeguatasi negli anni alle nuove esigenze della disciplina, quali l’assistenza per le procedure presso l’Arbitro Bancario e Finanziario. Il Cliente verrà seguito sia nella fase preliminare della consulenza, al fine di scegliere la procedura migliore per il caso concreto, che nella fase procedurale, nella quale sarà coadiuvato da uno dei Professionisti specializzati dello Studio.

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