streetwear

In che direzione sta andando lo stile streetwear?

Sneakers e vestiti rap sono presenze abituali, al pari di tacchi e pailettes, sulle passarelle di moda. Una scelta quasi obbligata per i brand d’alta moda, poiché l’abbigliamento street style è diventato il principale trend dei Millenials e non solo. Praticità, esclusività ed originalità sono le tre linee guida che scandiscono lo streetwear, una tendenza ormai consolidata.

Le nuove generazioni non sono così legate ai canoni tipici e tradizionali della moda, quindi si possono indossare tute hip hop americane o giacche rapper in ogni situazione, sia formale che informale. Gli ultimi trend dello streetwear stanno rivoluzionando gli schemi prefissati della moda, dando vita ad un outfit streetwear capace di essere allo stesso tempo chic e sportivo.

Anche la femminilità è meno sbandierata ma, pur essendo curata nei dettagli, si limita ad essere più discreta. Uomini e donne possono essere quindi originali ed unici nei loro outfit, vestendo in modo naturale e senza risultare troppo “ingessati”.

Abbigliamento street wear: cos’è la moda da strada?

L’urban style è considerato uno stile urbano, cioè nato per la strada e non partorito dalle menti creative delle grandi firme della moda. Allo streetwear si affianca spesso lo street fashion, inteso come moda inventata ed indossata dai giovani con un sofisticato tocco glamour. La moda di strada si ispira a due correnti: quella giapponese e quella americana.

Dalla metà del XIX secolo il Giappone, che è sempre stato un paese estremamente nazionalista e piuttosto ostile verso gli stranieri, inizia a cambiare pelle e a seguire le mode occidentali. I giovani giapponesi indossano quindi abiti personalizzandoli con una serie di dettagli tradizionali ed innovativi. Questi capi d’abbigliamento vengono realizzati in casa ed i materiali acquistati presso i negozi.

L’abbigliamento underground negli Stati Uniti nasce a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80 e prende spunto dagli outfit degli skaters e dei surfers, due categorie diverse tra di loro ma non troppo. I loro stili iniziano a fondersi, dando vita ad outfit dall’animo sportivo e pragmatico. Negli anni ’90 i rapper hanno reinventato e reinterpretato questa moda giovanile, proponendo look sempre più originali ed eccentrici.

Le varie sottoculture dello street style

I negozi streetwear hanno dovuto adeguare continuamente la loro proposta alla luce delle richieste sempre più eterogenee e diversificate dei clienti. La moda streetwear si è infatti declinata e suddivisa in varie sottocategorie dal retrogusto vintage, ognuna delle quali rispecchia il modo di essere e di interpretare la vita dei giovani.

Lo stile hippy, direttamente dagli anni ’60, ha riportato in auge gli intramontabili jeans, le T-shirt, i pantaloni colorati, i capelli lunghi, le stampe floreali, le bandane e le immagini psichedeliche. L’azzurro è tornato di moda, un colore dalle sfumature tenui e rilassanti che concilia con la natura circostante.

Ispirato agli anni ’70, ritorna l’abbigliamento punk con i suoi vestiti strappati, le acconciature da moicano, i piercing, gli slogan provocatori sulle T-shirt ed uno stile fortemente anticonvenzionale.

I più sofisticati amano lo stile fitness chic, che reinterpreta in chiave glamour capi d’abbigliamento tipicamente sportivi. Scarpe underground uomo vengono così indossate anche per completare abbigliamenti formali ed eleganti.

Torna prepotentemente di moda anche il gotico, con il suo nero imperante, il trucco scuro molto forte, gli stivaloni ed i cappotti pesanti.

Direttamente dagli anni ’80 sbarca la moda hip hop, con magliette larghe e capi d’abbigliamento griffati. Le tute da ginnastica Adidas, le New Balance da ragazzo e le nuove Jordan diventano capi iconici per essere sempre alla moda.

Infine, sempre dal passato, ritorna con veemenza la moda metal con T-shirt riportanti teschi e falci, borchie ed anfibi.

La homeless street fashion: la moda dei “clochard”

Un paragrafo a parte merita la cosiddetta “homeless street fashion”, assolutamente unica nel suo genere poiché si ispira allo stile dei barboni. Nel corso della Milano Fashion Week del 2010, manifestazione organizzata da Camera Nazionale della Moda Italiana, la stilista Vivienne Westwood presentò la sua collezione invernale di ispirazione “bohémien”, dichiarando di averla realizzata pensando come un senzatetto. Nello stesso anno anche D&G presentò un’intera collezione in stile vagabondo, declinandola secondo i dettami glamour e fashion della moda.

Alcuni esperti ritengono che lo streetwear sia ormai giunto al capolinea. Si tratta di una conclusione un po’ troppo affretta e di una visione troppo pessimista. Lo streetwear indubbiamente continuerà ad essere presente per molti anni ancora e, anche se dovesse sparire per qualche tempo, tornerà prima o poi. La moda infatti è ciclica, come abbiamo avuto modo di vedere, quindi i principali brand devono semplicemente adeguarsi di volta in volta in base alle varie tendenze che si susseguiranno nel tempo.