risorgimento-italiano

Risorgimento Italiano: le cause ed i protagonisti

Il Risorgimento fa riferimento ad un movimento politico-culturale, che portò all’indipendenza dell’Italia e alla conseguente creazione del Regno d’Italia.

Il Risorgimento Italiano si sviluppò principalmente tra il 1815 e il 1861, ossia nel lasso di tempo compreso tra il Congresso di Vienna e l’Unità d’Italia.

L’idea di una Nazione italiana fu il frutto della parte colta della popolazione.

Le Interpretazione del Risorgimento sono molto variegate ma l’idea nacque soprattutto dai letterati, i quali si ispiravano a Dante e Petrarca; questi ultimi ispirati dall’Impero Romano e dal Rinascimento, fomentarono in tutti i modi questo movimento politico culturale.

Inoltre, la maggior parte degli artisti italiani attivi durante il periodo risorgimentale, come i romantici, i macchiaioli e gli esponenti del Verismo, si identificarono nell’ideale romantico di unità nazionale.

A tutti gli effetti, il Risorgimento fu una rivoluzione borghese dettata dall’aspirazione della borghesia italiana all’unificazione del mercato interno, tuttavia rimasta incompleta per la mancata attuazione di una trasformazione rivoluzionaria dei rapporti di classe nelle campagne.

Nel corso degli anni, vi furono poi diverse interpretazioni revisionistiche del Risorgimento.

Infatti, vari autori e personaggi politici hanno dato luogo a diverse letture circa il fenomeno dell’unificazione italiana, spesso con prospettive ed esito differente, ma accomunate dall’essere alternative rispetto a quelle della storiografia risorgimentale consolidata.

Le reinterpretazioni degli eventi non hanno un’unica origine e si muovono lungo diversi filoni di ricerca.

La messa in discussione degli assunti della storiografia risorgimentale proviene sia da una parte ristretta del mondo accademico, che da diversi studiosi indipendenti, tra cui numerosi saggisti, i quali hanno riesaminato questo periodo secondo secondo molteplici approcci interpretativi.

Fra quelli più conosciuti vi sono, il revisionismo fra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo, il revisionismo meridionalista dalla seconda metà del Novecento, Il revisionismo accademico, Il revisionismo d’impostazione cattolica, Le interpretazioni esoteriche, a cui si è aggiunto ultimamente Il revisionismo leghista degli anni 1990 e 2000.

I principali revisionisti del Risorgimento furono Francesco Saverio Nitti, Gaetano Salvemini, Antonio Gramsci e Piero Gobetti; questo in riferimento al primo periodo, ossia il revisionismo fra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo.

Il Risorgimento e il Regno d’Italia

Il Risorgimento viene talvolta identificato con la Rivoluzione Italiana, infatti stiamo parlando del periodo della storia italiana durante il quale la nostra amata Italia conseguì la propria unità nazionale.

La proclamazione del Regno d’Italia, avvenne il 17 marzo 1861 e fu l’atto formale che sancì, a opera del Regno di Sardegna, la nascita del nuovo Regno d’Italia; esso si formò mediante annessioni plebiscitarie di gran parte degli Stati Preunitari, fra i quali il Regno di Sardegna, il Regno Lombardo-Veneto ed il Regno delle Due Sicilie; quest’ultimo rappresentava lo Stato più popoloso di tutti altri.

In altre parole, con il termine Unità d’Italia, si indica semplicemente il processo storico che sta alla base del Risorgimento Italiano.

Cos’è l’Epoca Risorgimentale?

Con “Epoca Risorgimentale“, si intende l’insieme degli eventi ideologici, culturali, politici, militari, economici e sociali, che tra la fine del Settecento ed il 1861 portarono alla nascita di uno Stato Italiano unitario, indipendente ed ordinato politicamente come monarchia costituzionale sottoposta alla legittima sovranità dei Savoia.

I principali esponenti del Risorgimento

La storiografia ufficiale indica in 4 personaggi, gli artefici principali del Risorgimento.

Questi furono: Vittorio Emanuele II di Savoia, Camillo Benso di Cavour, Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini.

Re Vittorio Emanuele II era il sovrano del Regno di Sardegna, figlio di Carlo Alberto di Savoia, sconfitto dagli austriaci nel 1849 nella prima guerra di indipendenza.

Vittorio Emanuele ereditò dal padre il titolo nobiliare, mantenne in vigore lo Statuto Albertino e la volontà di modificare gli equilibri della penisola italiana a discapito dell’Impero austriaco.

Egli, fu coadiuvato in questa operazione dal Presidente del Consiglio Cavour, il quale, mediante l’appoggio della Francia fece guadagnare al Regno di Sardegna cospicui territori dell’Italia settentrionale e centrale.

Ci troviamo nel biennio 1859, 1860.

Approfittando poi del malcontento creatosi nel Regno delle Due Sicilie, parliamo della Rivolta della Gancia, il Re Vittorio Emanuele II si affidò allo spirito rivoluzionario di Giuseppe Garibaldi per ottenere anche l’Italia meridionale e fondare, nel 1861, il Regno d’Italia.

L’ultimo personaggio di spicco in questo panorama risorgimentale fu sicuramente Giuseppe Mazzini.

Uomo di idee repubblicane, fece, nel vero e proprio senso della parola, da motore rivoluzionario della macchina risorgimentale, producendo importanti personalità quali Francesco Crispi e lo stesso Giuseppe Garibaldi, i quali man mano si convertirono agli ideali monarchici.

Alla causa, contribuirono anche Carlo Pisacane e i fratelli Bandiera.