Comunicazione digitale e Social Media Policy: uno strumento di tutela per l’azienda

Per comunicazione digitale si intende l’insieme delle attività di pianificazione, produzione e diffusione di contenuti all’interno di piattaforme Digitali.      

Le terminologie marketing e comunicazione sono utilizzate frequentemente come sinonimi nel linguaggio comune. La differenza talvolta è sottile perché i settori si integrano spesso per aumentare la domanda del mercato.          

Basti un banale esempio riportato su www.luca-mercatanti.com per rendere l’idea di come le attività di comunicazione e marketing lavorino in simbiosi: all’interno di una strategia SEO viene programmato un piano di comunicazione per la scrittura e pubblicazione di guest post e una strategia di web marketing, per individuare le migliori pagine Web in grado di aumentare l’autorevolezza del dominio linkato all’interno delle pubblicazioni stesse. Da una parte abbiamo lo studio e la realizzazione dei contenuti, tradotta nella comunicazione digitale e dall’altra, l’analisi tecnica che porterà alla scelta dei siti Web in cui pubblicare i contenuti realizzati,  ovvero il Web Marketing.

Comunicazione digitale: attenzione agli strumenti

Ogni giorno, centinaia di strumenti (Digital) nascono, e muoiono. È impossibile restare aggiornati in tempo reale su tutti i tools, tanto più che la maggior parte è destinata a sparire nell’arco di poco tempo.

Nonostante questo, si sprecano i corsi in vendita che pretendono di insegnare come usare quel particolare strumento o come, nelle più classiche ads che invadono i Social Network, garantiscono di “diventare ricchi” grazie alla piattaforma di turno. Non di meno, sarà capitato di imbattersi in guru o “stregoni” che millantano ricchezze, proponendo corsi scontati a poche decine di Euro o di qualche migliaia di Euro.

E’ bene sottolineare la parziale inutilità di dover conoscere esattamente il funzionamento di un determinato strumento, se prima ancora non si conosce la base su cui la maggior parte delle piattaforme si basano da sempre, con le ovvie innovazioni che si riscontrano nel tempo.  

Un esempio concreto lo ritroviamo nelle piattaforme di advertising: sia in strumenti più datati come Google Ads, sia nei più recenti come Tik Tok, a cui concorrono coloro che vogliono mostrare un messaggio pubblicitario ad un determinato pubblico.        

Parlando di strumenti, un aspetto importante da non sottovalutare è la liceità di alcune piattaforme: non tutti gli strumenti rispettano completamente le policy del servizio al quale si appoggiano o che sfruttano per realizzare determinate attività e questo comporta un rischio per il cliente finale o gli account utilizzati. Se uno strumento da poco reso disponibile permette di automatizzare determinati processi non è detto che in qualche modo sia “autorizzato” o permesso da parte della piattaforma finale.

Il rischio concreto è ritrovarsi con l’account finale bloccato o limitato, a seguito di una violazione del regolamento.

Social Media Policy: significato e applicazione

La Social Media Policy è il codice di condotta che regola la relazione sui social media, tra l’azienda e i suoi dipendenti (social media policy interna) e tra l’azienda e i suoi clienti (social media policy esterna). La Social Media Policy interna si rivolge a due target aziendali distinti:

  • ai dipendenti che utilizzano e amministrano gli account aziendali;
  • ai dipendenti che utilizzano i propri account privati.

Fornisce, inoltre, le principali norme di comportamento che il personale dell’azienda e i professionisti esterni incaricati devono osservare quando utilizzano i social media e pubblicano contenuti e commenti. Nello specifico, è uno strumento con cui l’azienda rende i propri dipendenti consapevoli di come approcciare correttamente i social nel momento in cui associano il loro nome e la loro opinione al brand dell’azienda. La policy serve anche a informare i lavoratori delle conseguenze disciplinari di comportamenti non conformi all’interesse datoriale in quanto danneggiano la reputazione dell’azienda, diffondono informazioni riservate o, più in generale, danneggiano il vincolo fiduciario.

Sembrano non esserci dubbi sul fatto che un dipendente, che gestisce il sito internet o i profili social dell’azienda, parli a nome della stessa e debba fare attenzione ai contenuti pubblicati, facendo in modo che siano in linea con le esigenze, i valori e gli interessi del datore. In tal caso il dipendente deve rispettare le direttive aziendali relative alle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa che consiste nella gestione del sito internet o dei profili social dell’azienda e va eseguita rispettando i doveri di diligenza e fedeltà che gravano su tutti i collaboratori.

Non sembra, invece, scontato che ciò debba avvenire anche quando il dipendente pubblica sui profili social personali. 

Ed è proprio questo secondo caso che rende indispensabile dotarsi di una policy che chiarisca ai lavoratori che, anche quando si esce dall’ufficio, non si smette di essere dipendenti della propria azienda e, di conseguenza, sui propri profili social non si può pubblicare qualsiasi cosa senza alcuna conseguenza.

Alcuni contenuti della Social Media Policy 

La Social Media Policy può contenere l’invito rivolto ai dipendenti a fare in modo che qualsiasi commento o post riguardante l’ambito lavorativo sia fatto con responsabilità e rispetto nei confronti dell’azienda, dei colleghi e dei clienti.

Essa può, inoltre, contenere l’invito a esprimere commenti riguardanti argomenti collegati all’attività dell’azienda, specificando che si tratta di opinioni personali che potrebbero non rispecchiare quelle dell’azienda.

Si può anche specificare se e in quali casi il dipendente possa pubblicare foto sul luogo di lavoro, dove si intravedono uffici o macchinari: una foto scattata all’interno dei locali aziendali e poi pubblicata sui social personali, visibile da un’audience ampia, potrebbe divulgare informazioni confidenziali.

La policy può, inoltre, contenere il divieto di divulgare attraverso i social network informazioni su attività, servizi, progetti e documenti non ancora resi pubblici, decisioni da assumere e provvedimenti relativi a procedimenti in corso.